C’era una volta in Austria un ragazzino molto bravo a suonare il pianoforte. Il bambino aveva capelli biondi, mani piccole e agili, che quasi volavano sulla tastiera, occhi curiosi e tanta voglia di imparare; il suo nome era Franz.
Franz si distingueva dagli altri ragazzini della sua età era appunto la sua innata bravura nel suonare.
Il padre, un grande appassionato di musica, vedendo la capacità del figlio, cominciò ad insegnarli, si accorse ben presto che era forse troppo bravo per limitare il talento del figlio nelle quattro mura di casa, così decise di portarlo a far conoscenza con alcuni grandi maestri di musica.
Franz fu subito accolto dai grandi maestri e cominciò il suo viaggio nello studio dei compositori.
Ben presto la madre e il padre divennero più che mai fieri del figlio, che dimostrava di essere già un talento unico; cominciò in poco tempo a tenere i primi concerti per pianoforte nei salotti più importanti del tempo.
Franz iniziò ad essere conosciuto in tutti gli ambienti più rinomati, fini e nobili, che frequentava sempre più spesso. La sua musica era diventata una tra le più richieste.
Franz era diventato un giovane uomo con davanti a sé una grande carriera da musicista.
Il nostro musicista cominciò a girare tutta l’Europa.
I viaggi di Franz non erano certo dei più comodi, ma niente poteva fermarlo da girare quel mondo, visitando magnifiche città, scoprendo nuovi modi di suonare, partecipare a tutti i concerti degli altri musicisti suoi amici.
Per conoscere meglio il nostro grande musicista, siamo andati indietro nel tempo con la nostra macchina magica, siamo stati con lui durante uno dei suoi viaggi, gli abbiamo fatto qualche domanda.
Vediamo che cosa ci ha raccontato:
“Ciao Franz, wow che onore stare accanto a te e farti compagnia in questo viaggio!”
“Ciao e grazie a voi che siete venuti qui a farmi compagnia, sai i viaggi, specie quelli più lunghi, non sempre sono divertenti, specie se viaggi da solo. Di solito mi fa compagnia la mia famiglia, ma questa volta non potevano proprio venire con me, quindi vi ringrazio davvero tanto per la vostra compagnia.”
“Siamo più che felici. Saresti contento di raccontarci un po' della tua vita e di quali siano i tuoi piani?”
“Certo. Sarei molto contento di raccontarmi un po'. Di tempo ne abbiamo, il viaggio è appena cominciato, quindi vediamo che cosa volete sapere, proverò ad accontentarvi.”
“Oh che bello. Quindi cominciamo.
Sappiamo benissimo che sei un grande pianista, che sei veramente formidabile. Ma quello che ci siamo chiesti è: il pianoforte è il tuo strumento preferito?”
“Siete davvero molto carini, grazie per questi complimenti. Per rispondere alla vostra domanda; sin da piccolo sono stato a contatto con la musica perché il mio papà era un grande appassionato, quindi ho avuto davvero la fortuna di toccare con mano tanti strumenti musicali. Vi posso dire che ci sono tantissimi strumenti che emettono note fantastiche, alcuni hanno corde, altri fischiettano come gli uccellini, altri ancora sembra che scandiscano il tempo e siano pesanti come dei grandi piedi di gigante che camminano.
Il pianoforte è uno degli strumenti che amo di più, perché con tutti quei tasti riesco, quasi sempre, a riprodurre quelli che sono i miei pensieri e le mie emozioni.
Ma il pianoforte non è certo l’unico strumento che suono, infatti suono e compongo opere anche per un altro strumento molto particolare, che è l’organo.
A differenza del pianoforte, l’organo suona come se fosse inserito in una grande grotta. La musica che sono riuscito a far venir fuori da quelle lunghe canne luccicanti, sembrava davvero riuscire ad arrivare fino al cielo.”
Franz è un vero appassionato, è innamorato della musica, mentre ci dice questo, gli si illuminano gli occhi. Ci ha già cominciato a far sognare.
“Stai facendo un lungo viaggio per andare a fare un concerto in questo momento. Sei felice quindi di esibirti in pubblico?”
“Certo, sono felicissimo, mi piace tantissimo. Nonostante come vedi non siano proprio comodissimi questi viaggi, sono sempre riuscito ad arrivare in ogni dove e sono riuscito a tenere concerti in quasi tutta Europa ormai. Sono stato in tante città: ho iniziato gli studi a Parigi e dove ho tenuto anche molti dei miei concerti; sono stato anche a Londra, un po' piovosa, buia, ma molto bella; sono stato spesso anche a Ginevra, in Svizzera, dove ho conosciuto le famiglie nobili; onestamente ce ne sarebbero tante altre, ma non sto qui a farvi un elenco noioso;
Dovreste vedere quante persone vengono ad applaudirmi e rimangono ad ascoltare increduli la mia musica. Una vera e propria, come l’hanno definita in molti, Lisztomania. Mi fa molto ridere questa parola.”
“Possiamo immaginare che cosa significhi stare al centro di tutte quelle attenzioni. Hai ragione la Lisztomania è una parola buffa, immaginiamo però come sia stato facile arrivare a tante persone che impazziscono per la tua musica. Sappiamo anche che tu non sei proprio un musicista come tutti gli altri, infatti sei così veloce a suonare, che ti hanno definito un virtuoso del pianoforte, ma che cosa significa?”
“Oh che bella domanda. Si mi hanno detto in molti questa cosa, mi hanno chiamato virtuoso. Non è semplicissimo da spiegare, ma ci proverò. Un giorno sono stato ad un concerto di un grande violinista, Nicolò Paganini, mi ha lasciato a bocca aperta. Aveva il pieno controllo della musica, delle note, nonostante fosse super veloce. La sua musica era come se fosse stata scritta su spartiti dorati, tanto era fantastica, lui pensavo fosse spinto da folate di vento per essere così veloce.
Alla fine del concerto tanto ero rimasto sbalordito, che arrivato a casa, ho provato a riscrivere la sua musica per il mio pianoforte. La cosa non è stata facile, ma ho studiato tanto e piano piano ci sono riuscito. Da lì non ho mai smesso di inserire e comporre la mia musica pensando a quella velocità, a quel esser libero dal classico, così che ogni volta potessi lasciare qualcuno a bocca aperta, proprio come Paganini ha fatto con me.”
“Paganini è un musicista italiano. Sei mai stato in Italia quindi?”
“L’Italia. È sempre stata la mia preferita, oltre che a casa mia ovviamente, ma in Italia ho lasciato davvero un pezzetto del mio cuore. Ci sono stato spesso, specie nell’ultimo periodo, mi piace davvero tanto poter riuscire a passeggiare in mezzo alla storia antica, ai tanti poeti e artisti che hanno camminato su quelle strade… Sono stato spesso ospite a villa D’Este, luogo dove sono riuscito anche a comporre le mie opere più belle, quelle che preferisco in assoluto.”
“Le tue opere. Non sono sempre uguali tra loro, ci vuoi raccontare come fai a comporle, a che cosa ti ispiri di solito e quanto studi su ognuna?”
“Le mie opere avete ragione, sono molto diverse tra loro. Alcune sono allegre, altre sono più tristi, alcune sono solenni, altre lasciano di stucco e sono imprevedibili… Tutte hanno come base i miei studi classici, senza i quali non avrei potuto fare questo lavoro, ma ognuna poi si è trasformata. Ho sempre giocato con la musica. Ho provato spesso a comporre in modo tradizionale, come facevano gli altri colleghi, ma non ci sono quasi mai riuscito. Se volevo esser allegro, allora il mio pianoforte si colorava di tasti che riproducevano canti di uccellini, note alte e felici, veloci e costanti, quasi come un ruscello che passa in mezzo al bosco.
Se invece non sono proprio felicissimo, allora le note si fanno più cupe, più tristi e i tasti si colorano di cieli scuri, ero io con le mie dita a provare a mettere qualche stella per far splendere un pochino di più quel cielo.
Le mie opere non sono tutte programmate, molto spesso come tanti artisti, sono stato colpito dall’Ispirazione, proprio quando meno me lo sarei aspettato, lavorando tanto, giorni e giorni, scrivendo e cancellando, riscrivendo, perdendo gli spartiti sotto gli altri, mettendo a soqquadro tutta la stanza, poi arrivavo finalmente a una conclusione, ma dovevo essere davvero felice per poterla farla sentire.
Per questo sto facendo questo viaggio, perché spero di trovare un’ispirazione nuova per poter creare qualcosa di unico.”
“Non ci hai ancora detto dove stiamo andando in effetti… Vuoi darci un piccolo indizio?”
“Ahahahah, no. Voglio lasciarvi con il dubbio, così che quando arriveremo sarà una bella sorpresa anche per voi”
Il viaggio prosegue. Ci perdiamo ad ascoltare tutta la storia di Franz, mentre chiacchieriamo, guardiamo il paesaggio intorno, ci accorgiamo che mano a mano cominciamo a riconoscere il paesaggio intorno.
Siamo proprio in Italia. Quindi ecco che abbiamo scoperto dove stiamo andando con Franz, in una delle nostre città, a cercare con lui quella che potrebbe essere una nuova ispirazione per chissà, una nuova composizione.
Il viaggio continua, ci accorgiamo che in poco tempo entriamo in Toscana, nella terra della Maremma, della salsiccia, del buon vino rosso, del cacciucco… Franz vuole far tappa in una città, ma non una città a caso, proprio quella, da indicazioni precise per quanto riguarda la meta.
In ancora meno tempo di quanto pensavamo, ci ritroviamo davanti all’ingresso di una grande piazza, con un grande arco che fa da ingresso, delle alte mura in pietra, e intravediamo da fuori un immenso giardino verde…
Hai già capito dove siamo???!
Si apre davanti a noi, la piazza dei miracoli, siamo arrivati a Pisa.
Franz sembra tornato un bambino, non vede l’ora di stare sotto la grande torre pendente, così quasi di corsa, entra e supera l’arco delle mura, continuando a stare sempre con il naso rivolto al cielo. Ci accorgiamo che oltre ai suoi capelli lunghi e biondi, ha anche un bel nasone…
Giriamo come fossimo delle trottole intorno al Duomo, ci soffermiamo di lato alla torre, ma Franz ha un po' di timore, pensa che possa venir giù.
Dopo che si è calmato un po' e lo abbiamo accompagnato seguendolo sempre, si mette seduto a terra, proprio in mezzo tra il Battistero e l’ingresso del Duomo, al che dopo qualche momento di relax, ci rivolge parola e dice:
“Ah quanta bellezza che mi ritrovo davanti agli occhi, sono certo che non ci possano essere artisti più grandi di altri, ma l’arte è qualcosa che ti lascia davvero a bocca aperta quando è spettacolo…
… nonostante io mi trovi davanti a queste bellezze però, sento che non è qui che si fermerà la mia ricerca di qualcosa di unico, ho bisogno che qualcosa mi colpisca davvero all’istante per far sì che esca l’estro.”
“Ma maestro, non ha ancora visto tutto quel che si può vedere qua in questa splendida piazza…”
Subito Franz sobbalza, si alza in piedi, e gira la testa a destra e sinistra a cercare che cosa si potesse essere perso…
“Vieni con noi, da questa parte… ti accompagniamo”
Franz entra così nel camposanto, si sa non è certo il luogo più felice, ma quello che non sapeva è che cosa avrebbe visto. Non si aspettava di trovare tanta bellezza.
Di colpo mentre noi continuiamo a camminare sotto il porticato e a guardare tutto il bello che c’è da poter vedere, ci rendiamo conto che Franz non ci segue più.
Ci giriamo e troviamo Franz a bocca aperta davanti ad un affresco…
(immagine disegno e immagine affresco)
“Maestro ti sei fermato, hai trovato qualcosa di interessante?”
“Interessante?! Quello che ho davanti agli occhi è l’affresco più stupefacente che potessi vedere.. ma l’autore chi è?... Ah il Buffalmacco (crea eventuale link)”
Il nostro amico si è imbambolato davanti alla Danza macabra di Buffalmacco: ci troviamo davanti a un’opera tanto strana quanto fantastica, perché il suo pittore si è immaginato una grande festa, dove ballano insieme diavoli, angeli e anime di uomini, presi dalla frenesia di stare a festeggiare la vita oltre alla morte. Quello che ci ha lasciato senza parole è stato il fatto che il nostro amico musicista, dopo aver visto l’affresco, si sia messo quasi subito a scrivere sui suoi quaderni, riempendo e cancellando il pentagramma più volte...
Ci ha detto che è finalmente riuscito a trovare l’ispirazione che da tempo non trovava.
Abbiamo lasciato il nostro compositore ai suoi studi, siamo tornati indietro nel nostro tempo e abbiamo appena letto che Franz ci ha messo ben 25 anni a finire di scrivere proprio quella composizione, ma ne era tanto tanto soddisfatto. La sua carriera abbiamo saputo che è stata un grande susseguirsi di successi, insegnando e tramandando la sua conoscenza anche ai suoi allievi.
Nella sua vita quindi possiamo dire che ha sempre fatto ciò che gli piaceva e ha vissuto della sua musica.