L'anello della felicità


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Tanto tempo fa, in un angolo remoto dell’Inghilterra, dietro ad alcune colline c’era una vallata magica conosciuta in tutto il regno perché al centro della valle era custodito un anello magico dotato di un grandissimo potere: rendere felice colui che fosse riuscito a raggiungerlo.
Genti da tutto il mondo accorrevano in quel luogo per cercare di appropriarsi dell’anello ma nessuno mai c’era riuscito perché le prove da dover superare erano molto difficili.
Un giorno, in una locanda del paese di Belfard, molto vicino alla vallata, si incontrarono quattro ragazzi che avendo sentito del potere dell’anello avevano deciso di mettersi alla prova per cercare di raggiungerlo.
I quattro, inizialmente sconosciuti, erano però tutti legati da un triste destino: avevano perso i genitori quando erano molto piccoli.
Per questo, non riuscendo a superare le loro perdite, pronti a tutto pur di tornare ad essere felici, si misero in gioco per superare le prove che li separavano dall’anello.
I loro nomi erano: Zeno, Asha, Ida e Igor.
Zeno era un ragazzo gentile ed estremamente intelligente.
Asha era invece molto coraggiosa pur essendo minuta di statura.
Ida non era forte o veloce ma estremamente buona.
Infine Igor, alto e prestante, aveva un difetto, era molto ambizioso.
L’indomani mattina, i quattro, si misero in viaggio per raggiungere la vallata.
Dopo poche ore di cammino arrivarono a destinazione e ben presto si accorsero di quanto sarebbe stato difficile raggiungere l’anello.
Infatti poco dopo esser entrati nella vallata trovarono un ruscello a sbarrargli la strada.
Su una pietra, vicino al ruscello, vi era in cisa una frase “Mostrami i tuoi pensieri, deciderò se sei degno”.
I quattro ragazzi si guardarono increduli chiedendosi che cosa significasse quella frase.
Dal momento che nessuno si faceva avanti, Asha, per natura molto coraggiosa, decise di prendere in mano la situazione.
Senza pensarci troppo si gettò nel ruscello sperando di poter arrivare a nuoto all’altra sponda del fiume.
Ma le acque del ruscello, che fino a quel momento erano calme, tutto d’un tratto cominciarono a muoversi vorticosamente.
Asha si sentiva in trappola.
La corrente era così forte da non poterle permettere di muoversi fino a che, ad un certo punto, un’onda alta la spinse con forza sulla riva del fiume insieme agli altri compagni.
Ida, Zeno e Igor corsero da Asha per vedere come stesse e la aiutarono ad alzarsi e asciugarsi.
Realizzato che attraversare il ruscello non sarebbe stato facile i quattro, comunque, non si diedero certo per vinti.
Igor, ambizioso quanto forte, si accorse che vicino al ruscello c’era un grosso albero e ad un ramo dell’albero era legata una fune. Pensando di aver trovato finalmente un modo per superare il ruscello si aggrappò alla fune, prese una bella rincorsa e saltò.
Ma proprio a metà del ruscello, quando ormai pensava di avercela fatta, il ramo dell’albero si spezzò e Igor cadde nell’acqua.
Quando ormai sembrava tutto finito Zeno cominciò a pensare in quale modo i ragazzi potessero attraversare il ruscello.
Gli venne un’idea: perché non provare a costruire un ponte? Così cominciarono a cercare rami e tronchi nei dintorni con cui poter ottenere un ponte.
Dopo qualche ora di lavoro, uniti tutti i pezzi che avevano a disposizione, posizionarono il ponte tra le due rive, riuscendo così ad attraversare il ruscello.
Non poterono gioire più di tanto del loro successo perché dopo pochi passi un altro ostacolo sbarrava loro la strada: sotto ad un albero, non molto distante da loro, c’era un leone che sembrava stesse dormendo.
Zeno richiamò l’attenzione dei ragazzi invitandoli a non fare rumore per evitare che la bestia si svegliasse ma proprio mentre diceva questo Asha calpestò per sbaglio un ramo che rompendosi interruppe il sonno del leone. L’animale si accorse subito dei quattro ragazzi e si alzò sulle zampe ruggendo. Ida cadde a terra tremante mentre Zeno e Igor corsero a nascondersi.
Asha, la più coraggiosa del gruppo, capì subito che quella era una prova che solo lei avrebbe potuto superare e così, respirò profondamente avvicinandosi pian piano al leone.
Questo, contrariamente a quanto pensavano tutti, rimase immobile e si lasciò accarezzare sul dorso fino a che, dopo un po’, tornò a sdraiarsi lasciando passare i giovani ragazzi.
Zeno, Asha, Igor e Ida continuarono a camminare.
Raccontando le loro storie si accorsero sempre di più di quanto fossero simili, di quanto la vita fosse stata ingiusta e di quanto quelle prove gli stessero rendendo sempre più amici.
Arrivarono così ai piedi di una collina e cominciarono a salire.
Ad un certo punto però la terra cominciò a tremare sotto i loro piedi e si aprirono degli squarci così profondi che se uno di loro ci fosse caduto dentro nessuno avrebbe potuto aiutarlo.
Zeno perse l’equilibrio ma riuscì ad aggrapparsi alla mano di Asha.
Una scossa ancora più forte finì per spostare i due ragazzi ma Igor riuscì a prenderli giusto in tempo tenendosi stretto alle radici di una pianta.
L’unica che il terremoto non aveva scalfito era Ida che avrebbe potuto approfittare dell’occasione per correre ed assicurarsi l’anello ma data la sua bontà mai avrebbe lasciato che i suoi amici si facessero del male.
Così si guardò intorno, vide una fune e raccolta tutta la forza che aveva in corpo riuscì a salvare i tre ragazzi.
Arrivati sulla cima della collina i quattro giovani si fermarono per riprendere fiato.
Ancora non credevano a quello che era accaduto, erano riusciti a sopravvivere unendo le loro forze.
Ripresero così a camminare e arrivarono alla fine della vallata magica dove più scintillante che mai si trovava l’anello
li aspettava la prova più difficile: decidere chi tra loro meritava di prenderlo.
I quattro sembravano non trovarsi d’accordo perché c’era chi voleva che lo prendesse Zeno che con l’astuzia era riuscito a costruire un ponte e a permettere a tutti di attraversare il ruscello, chi invece voleva che lo prendesse Asha che era stata la più coraggiosa ed aveva affrontato senza timore il leone feroce e chi invece voleva che lo prendesse Ida che nonostante avesse avuto l’opportunità di fuggire e assicurarsi l’anello solo per sé aveva deciso di restare e aiutare i suoi amici salvandoli così dalla morte certa.
Non riuscivano proprio a trovare una soluzione.
Così Zeno, per primo con altruismo e intelligenza, lo rifiutò a priori.
Asha, nonostante avesse rischiato molto affrontando il leone non credeva di meritarselo e si fece indietro, Ida con il cuore colmo di bontà preferì rinunciarvi e far sì che gli altri potessero prenderlo per essere più felici di quanto avrebbe mai potuto far lei.
E mentre gli altri rinunciarono uno dopo l’altro all’anello, Igor capì che quella era la sua prova, che nonostante la sua ambizione avrebbe dovuto rinunciare anche lui a prendere l’anello.
La tentazione era fortissima, tutto quel luccicare attirava sempre di più il giovane che era quasi riuscito a toccarlo quando, guardando i suoi amici e vedendo quanta stanchezza c’era sui loro volti, ritirò la mano pensando che nessun anello al mondo ormai avrebbe garantito la felicità eterna quanto l’amicizia che tra quei ragazzi era nata superando mille prove e mille difficoltà.
I quattro si guardarono e cominciarono a ridere increduli di come nonostante tutto quello che avevano dovuto superare alla fine nessuno di loro avesse preso l’anello. Decisero così di tornare insieme verso casa lasciando l’anello a qualcun altro più bisognoso di loro, perché ormai, loro, avevano trovato la felicità nella loro amicizia e per niente al mondo ci avrebbero rinunciato.